L'amore






Ai tempi dei romani l’amore fra uomo e donna era un sentimento subordinato ad altro; i matrimoni venivano combinati per lo più dai padri, spesso quando le figlie erano bambine. Infatti il vincolo matrimoniale era anche una sorta di alleanza politico-economica  tra famiglie: gli uomini si  sposavano intorno ai 30 anni con ragazze tra  i dodici e quindici anni. Le nozze erano precedute dal fidanzamento in cui l’uomo donava alla ragazza un anello e al futuro suocero del denaro come pegno del contratto matrimoniale. Comunque il matrimonio segnava il passaggio della donna dalla tutela del padre a quella del marito.
Durante il I secolo si afferma la poesia lirica in cui emerge il tema dell’amore in maniera soggettiva. Uno dei poeti più celebri che rispecchia tutte le caratteristiche di questo stile è Catullo.


Gaio Valerio Catullo ( 84 a.C. – 54 a.C)  era originario di Verona. Apparteneva ad una famiglia di nobili. Verso il 60 a.C. si trasferì a Roma dove, attraverso le nuove conoscenze acquisite, iniziò ad interessarsi alla vita letteraria. Durante il suo soggiorno in Asia Minore iniziò a scrivere vari componimenti. Di Catullo i è giunta una raccolta di poesie formata da 116 carmi, “liber catullianus”.
La sua vita amorosa fu caratterizzata da momenti di entusiasmo, depressione, abbandono e riappacificazione. Fece dell’incontro fatale con la sua donna, il perno attorno al quale ruotò tutta la sua esistenza privata e artistica. L’amore è un’ esperienza totalizzante nella vita del poeta, da vagheggiamento fantastico capace di regalargli palpiti e tremori, si trasformerà prima in passione travolgente che gli procurerà la sensazione di annegare, poi in tormento interione causato dall’infedeltà dell’amata, dai rimpianti e dall’abbandono. Catullo ha provato tali sentimenti soprattutto nella storia d’amore con Lesbia, una tra le più tormentate storie della letteratura latina. Il vero nome della sua amata era Clodia.  Era la moglie di Quinto Metello Celere e la sorella di Publio Clodio Pulcro, un tribuno della plebe. Ella era una donna dai costumi emancipati, atteggiamento lecito per chi viveva in un ambiente mondano e galante. Proprio per questo deluse molte volte il povero Catullo. Da una parte ella viene infatti descritta come donna ideale, protagonista di un amore molto profondo, che coinvolge fisicamente e mentalmente. Dall’altra, viene descritta in modo molto disincantato, con gli occhi dell’amante deluso. 


È proprio dall’insieme di tali sentimenti che è nata questa poesia:
Odi et amo. quare id faciam, fortasse requiris.
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
                                                  Ti odio e ti amo. Ti Chiederai come faccia!
Non so, ma avviene ed è la mia tortura.

Bellissimo è il carme che descrive il sentimento della gelosia, un sentimento totalizzante che coinvolge anima e corpo:
Ille mi par esse deo videtur,
ille, si fas est, superare divos,
qui sedens adversus identidem te
spectat et audit
dulce ridentem, misero quod omnis
eripit sensus mihi; nam simul te,
Lesbia, aspexi, nihil est super mi
postmodo vocis
lingua sed torpet, tenuis sub artus
flamma demanat, sonitu suopte
tintinant aures, gemina teguntur
lumina nocte.
Otium, Catulle, tibi molestum est:
otio exsultas nimiumque gestis:
otium et reges prius et beatas
perdidit urbes.

A me sembra pari a un dio,
quello, se è lecito dirlo, superiore agli dèi,
che, seduto di fronte a te, ripetutamente
ti guarda e t'ascolta
mentre sorridi dolcemente,e ciò sottrae
a me infelice ogni sensazione: perchè non appena,
Lesbia, ti guardo, non mi restano
più parole;
ma la lingua s'intorpidisce, una fiamma sottile
s'insinua nelle mie membra, di un suono interno
mi ronzano le orecchie, una duplice notte
sui miei occhi si stende.
L'ozio, Catullo, è per te dannoso:
nell'ozio ti esalti e sei troppo eccitato;
l'ozio ha mandato in rovina un tempo
re e città fiorenti.

  Catullo utilizzava un lessico molto particolare, nato dall’accostamento del linguaggio colto e di quello colloquiale. Quest’ultimo viene utilizzato con la sua “musa”, la sua Lesbia. Introduce nel suo gergo nuove parole, come il sostantivo latino“basium”, cioè bacio d’amore. Utilizza aggettivi non tipici del linguaggio letterario , come “bellus” (aggettivi utilizzati prevalentemente per descrivere la sua Lesbia); inoltre, sono molto frequenti i diminuitivi.




L'amore nel XXI secolo


Oggi invece è tutto diverso, partendo dal modo di conoscersi. L’incontro può avvenire casualmente, grazie ad amici o anche tramite i social network, sicuramente non per una decisione del padre! Inoltre le età sono ben diverse: di solito l’amore da noi nasce tra coetanei che magari condividono delle passioni, e non con adulti che verrebbero definiti “pedofili”. L’amore ai giorni nostri non necessita il contatto visivo giornaliero ma sembra indispensabile sentirsi quotidianamente. In questo siamo avvantaggiati in quanto abbiamo i telefoni ed è molto più facile tenere contatti anche a distanza.
E dopo aver confrontato il modo di esprimere tale sentimento in diverse epoche..credo che sia indispensabile chiedersi..cos’è l’amore?!
“Amore”..
Tutti parlano di amore, esistono film, libri e canzoni sull’argomento, ma cosa vuol dire amare veramente qualcuno?
Se si tratta di un amore già finito, allora vuol dire non riuscire più a sentire determinate canzoni, o a guardare alcuni film, per il troppo dolore.
Significa che se una sera, per sbaglio, finisci in un posto in cui eri stato precedentemente con quel lui o quella lei, c’è la possibilità che tu quella notte non riesca a dormire, per via dell’assillo dei ricordi.
Se si tratta di un amore non corrisposto, è ansia e tortura messe assieme, ma anche un incredibile piacere, un continuo perdersi e fantasticare giorno e notte, perdere a volte il contatto con la realtà, piangere per una sola frase detta male o arrabbiarsi per nulla.
Se invece riscoperto dopo del tempo, è nostalgia. Ad esempio, hai a lungo amato qualcuno e poi sei andato avanti. Tu te ne sei già andato, ma a volte la vita ti rigetta in mare aperto, perciò tu rivedi quella persona all’improvviso dopo anni d’assenza e allora è un amore che assomiglia ad un tramonto estivo visto dalla spiaggia.
E se è vero amore, è tutto questo messo assieme: sotto questo aspetto, le sensazioni che questo sentimento produce sono veramente universali, senza tempo o spazio.
Qui abbiamo degli esempi di celebri autori di epoche e luoghi diversi:
       Dubita che le stelle siano fuoco,
dubita che il sole si muova,
dubita che la verità  sia mentrice,
ma non dubitare mai del mio cuore.”
                               -Amleto, William Shakespeare




·       
   Si chiama amore ogni superiorità,
ogni capacità di comprensione,
ogni capacità di sorridere nel dolore.
Amare per noi stessi
E per il nostro destino, affettuosa adesione
A ciò che l’imperscrutabile vuole fare a noi
Anche quando non siamo ancora in grado
Di vederlo e di comprenderlo
Questo è ciò a cui tendiamo.
                                             -Herman Hesse, Sull’amore


                               Liceo Scientifico Galileo Galilei
                               Classe 2 N
                               Roberta Amante
                               Adele Amara
                               Martina Sabella
                               Elvira Calabretta
                               Sanjana Panchoo






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